martedì, Dicembre 10

MANDURIA: MALTRATTAMENTI IN FAMIGLIA. ARRESTATO DAI CARABINIERI.

I Carabinieri della Stazione e della Sezione Radiomobile della Compagnia di Manduria hanno arrestato in flagranza di reato un 38enne del posto, presunto responsabile dei reati di maltrattamenti in famiglia e detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio. È stato il padre della vittima ad allertare i militari dell’Arma, preoccupato per l’incolumità della figlia la quale, esasperata dall’ennesimo violento scatto di ira del coniuge, gli avrebbe confessato di subire da tempo continue vessazioni, umiliazioni e violenze fisiche dal proprio marito.

L’immediato intervento dei Carabinieri nell’abitazione della coppia ha permesso di fare luce, grazie alla collaborazione della donna che ha deciso di raccontare tutto agli operatori, sulla drammatica situazione che si protraeva tra le mura domestiche da almeno tre anni: il marito infatti, dal giorno della sua scarcerazione, avrebbe iniziato un consumo smodato di stupefacenti, rifiutandosi, nonostante le continue insistenze della moglie, di intraprendere un  qualsiasi percorso riabilitativo che lo conducesse a disintossicarsi. Ogni tentativo della donna a tal fine, avrebbe ottenuto invece l’effetto opposto, accrescendo il risentimento dell’uomo nei suoi confronti, degenerato in fretta in veri e propri atti di disprezzo, umiliazioni, minacce, insulti e, talvolta, sfociati in violenze fisiche, eventi mai denunciati per evitare che il matrimonio naufragasse, fino a quando la scorsa notte, la moglie, all’ennesimo atto di violenza fisica del marito, ha deciso di chiamare  il proprio genitore,  innescando l’intervento dei Carabinieri, i quali,  sentiti i dettagli del racconto, hanno effettuato una  perquisizione dell’abitazione, trovando, nella disponibilità del marito, circa 60 grammi di sostanza stupefacente di tipo “marijuana”.

Pertanto, sulla scorta degli elementi raccolti, l’uomo è stato arrestato e, espletate tutte le formalità di rito, su disposizione dell’AG, è stato condotto agli arresti domiciliari presso l’abitazione dei propri genitori, fatta sempre salva la sua presunzione di innocenza sino a condanna definitiva.

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