mercoledì, Dicembre 11

Rizzo e Colautti: “Proponiamo modifica al decreto perché siano destinati almeno 150 mln alle aziende”

Si è tenuto nella mattinata di oggi, in modalità telematica, l’incontro tra le organizzazioni sindacali ed i ministri del Lavoro e delle Imprese e del Made in Italy, Marina Calderone e Adolfo Urso.
“Non si salva la situazione economico-occupazionale della città, nonché quella ambientale, se non si salva l’azienda e non si salva l’azienda se non si salva l’indotto. E’ per questo che, pur riconoscendo all’attuale Governo il merito di aver fatto chiarezza sulla vertenza e di aver stanato Mittal, corre l’obbligo di sottolineare che nello stesso provvedimento, mancano disposizioni chiare mirate a garantire il pagamento delle fatture alle aziende cui sono state affidate molte commesse sinora.
Al momento sono ferme 76 aziende e 3.500 lavoratori; le fatture non pagate al 31 dicembre scorso, ammontavano a oltre 170 milioni.
E’ per questo che l’unione Sindacale di Base invia oggi stesso al Governo una proposta mirata a modificare il testo del decreto in corso di conversione, partendo proprio dalla certezza della strategicità dell’indotto. Indispensabile inserire un chiaro riferimento alla necessità di destinare obbligatoriamente almeno 150 milioni di euro dei 320, a queste realtà imprenditoriali perché possano recuperare parte dei tanti crediti, in misura proporzionale rispetto al quel che è stato maturato da ciascuna azienda fornitrice di beni e servizi. Questo consentirebbe di rasserenare la situazione e di non proseguire nella pratica dello spropositato e quindi insano, ricorso agli ammortizzatori sociali.
Invitiamo il Governo a fare suo questo fondamentale passaggio e di farlo presto, per mettere in sicurezza non solo le aziende e tutti i lavoratori che ne fanno le spese, ma la comunità tutta per gli ovvi effetti della vertenza sul contesto locale. In caso contrario, nel giro di qualche giorno, questo territorio rischierà di trasformarsi in una polveriera. Già in queste ore davanti alla fabbrica si respira un’atmosfera surreale, che non fa presagire cose positive”.

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